La coltivazione degli olivi ha origini e tradizioni antichissime e da molti secoli interessa il Lago di Garda e le zone limitrofe dove la pianta può prosperare grazie al clima temperato. Il Garda Dop è un olio dai toni fruttati e leggeri, e si produce prevalentemente da olive della varietà Casaliva, con percentuali minori di Fort, Leccino, Moraiolo e Pendolino.
L’origine dell’insediamento di Bardolino si fa risalire alla civiltà palafitticola italica. In seguito, l’abitato si è sviluppato nel corso dei secoli sotto l’Impero Romano e le varie invasioni e dominazioni barbariche. Divenuta comune autonomo nel XII secolo, Bardolino ha poi seguito le sorti delle signorie degli Scaligeri e dei Visconti e il controllo della Serenissima Repubblica di Venezia. Nel 1798 passò al controllo dell’Austria e in seguito del Regno Lombardo-Veneto, per poi aggregarsi infine al Regno d’Italia nel 1866.
La presenza delle vite e l’uso del suo frutto nell’attuale territorio di produzione del vino Bardolino ha origine antichissima, com’è dimostrato dai ritrovamenti archeologici avvenuti nelle palafitte dell’età del bronzo. Risalgono all’epoca romana vari reperti riferiti all’uso del vino nei riti religiosi ed alla conservazione e al trasporto del vino (anfore) ritrovati in varie località del territorio del Bardolino. Si suppone possano risalire a tali periodi anche le prime coltivazioni della vite nell’area.
Il vino Bardolino si ottiene prevalentemente dalle uve di corvina veronese, con aggiunte di rondinella ed eventualmente altri vitigni minori. Ha un colore rosso rubino brillante. È delicatamente fruttato, con note di ciliegia, marasca, fragola, lampone, ribes e spezie (cannella, chiodo di garofano, pepe nero). È dotato di una grande bevibilità e di una straordinaria capacità di abbinamento al cibo.
La chiesa si trova all’ingresso della città, nella parte settentrionale della stessa. Gli esterni si caratterizzano per l’alto campanile, edificato in pietra viva e che presenta un’estremità di color rossastro. Non è originale soltanto la cella campanaria, ricostruita nel corso del XIX secolo. Anche le absidi sono frutto di una ricostruzione di quelle originali del XIV secolo. La facciata è orientata verso ovest, come in tutte le chiese romaniche.
Del Castello di Bardolino oggi purtroppo resta ben poco da vedere. Si pensa che verso la fine del IX secolo, re Berengario, incapace di respingere gli Ungari, abbia permesso di costruire rocche e fortilizi a difesa dei paesi sul lago di Garda. Con gli Scaligeri, il castello fu rifatto ed allargato nella sua forma organica. Vennero erette delle mura robuste rinforzate da torri, spalti e merlature, e circondato da un fossato. Una delle più antiche carte topografiche del lago di Garda illustrano Bardolino con una struttura quasi quadrata, che comprende il porto fra due speroni che si protendono verso il lago. Oggi sono oggi visibili del castello soltanto le due porte d’accesso e la mozza torre rettangolare sul lungolago
Nel caratteristico porto vecchio di Bardolino fa bella mostra di sè una grossa tavola di pietra: è la “preonda”, il cui nome deriva da pre e onda, e che letteralmente significa pietra all’onda proprio perché si trova sul bagnasciuga. Gli usi di questa tavola erano molteplici, si racconta infatti dei pescatori che la utilizzavano per esporre e vendere il pescato, ma anche che fosse un luogo per darsi appuntamento tra gli abitanti di Bardolino. I più romantici ne attribuiscono un valore più affettivo, considerandola di buon auspicio per intraprendere nuovi amori.
La Pieve di Cisano, la cui prima edificazione potrebbe essere datata V secolo d.C., figura con il nome di San Giuliano in un documento del 915. Con l’ampliamento del X-XI secolo venne intitolata a Santa Maria e fu edificato il campanile. Del passato romanico della chiesa restano la facciata ed il muro settentrionale, l’abside e la parte più alta del campanile. A metà 1800 la pieve fu riedificata con linee neoclassiche e fu distrutta la cripta.
Nel 983 la comunità di Lazise chiese all’Imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II la possibilità di difendere il borgo fortificando il castrum e il 7 maggio dello stesso anno l’imperatore rispose con un diploma nel quale concedeva l’esazione da alcuni tributi, concedeva i diritti di transito e di pesca, e rilasciava ai lacisiensi la possibilità di fortificare il castrum. A partire da quell’anno Lazise venne quindi organizzata a Vicinia, con 18 membri e ampie autonomie in questioni civili, economiche, ma anche in modo da poter disciplinare liberamente pesca e commercio. Si trattava di una situazione piuttosto particolare rispetto a quella degli altri centri, e la concessione di queste ampie autonomie, oltre ovviamente all’assegnazione di incarichi, fa sì che Lazise venga considerata il primo libero Comune d’Italia.
La chiesa di San Nicolò è situata presso il porto vecchio di Lazise. In stile romanico, si pensa risalga al XII secolo, anche se compare in un documento per la prima volta solamente nel 1320.
Costruzione di grande importanza per lo scalo delle merci nel paese era la dogana veneta, insieme all’antistante porto, il quale si trova segnato già nelle carte del X secolo. Alle estremità del porto, che inizialmente era di dimensioni minori rispetto all’attuale, vi erano due torri, con un ingresso vicino alla torre più grande. Da queste (oggi non più presenti) partivano le mura che proteggevano il porto e andavano a collegarsi al castello scaligero. Il porto venne ampliato nel XVI secolo, ma di un arsenale o darsena si ha notizia già a partire dal 1329, realizzato quindi dagli Scaligeri: esso venne utilizzato, dai veronesi prima e dai veneziani più tardi, per la custodia di parte della flotta. Il 19 ottobre 1607 venne però richiesto a Venezia di poter smantellare l’arsenale per trasformarlo in una dogana per le merci. La dogana oggi ci appare come un unico locale in pietra di 900 m² con un’altezza di 10 m, utilizzato come centro congressi.
L’edificio più imponente di Lazise è il castello scaligero e la cinta muraria che circonda il centro storico. Il castello venne realizzato durante la dominazioni dei signori di Verona, la porta Nuova reca la data 21 maggio 1376.
Villa dei Cedri è una Villa Veneta storica costruita alla fine del Settecento e situata in un vasto Parco di 13 ettari con piante secolari, laghi e piscine termali.
La Chiesa Parrocchiale del 1774, dedicata a San Michele Arcangelo, è nel punto più alto del borgo antico e dal suo sagrato nelle belle giornate di sole si può ammirare il lago di Garda, i monti Lessini, l’alta Valpolicella e le cime del Monte Baldo.